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      E questo non solo dimostra quanto gli Dei l’hanno in pregio, ma è una verace pruova che essa è la cosa migliore fra tutte; sì che Pallade le dà il vanto su la fortezza e la prudenza, alle quali ella presiede: e Giunone la dichiara più desiderabile di qualunque regno e potestà, e si trova della stessa opinione di Giove. Se dunque la bellezza è sì divina e veneranda, e così desiderata dagli Iddii, come noi non dobbiamo, imitando gli stessi Iddii, con le opere e con tutta l’eloquenza che abbiamo, lodare e celebrare la bellezza?
      Questo disse Filone della bellezza, e infine aggiunse che avria detto di più, ma sapeva che le lungheríe spiacciono in un convito. Dopo di lui seguitò a parlare Aristippo, pregato prima e ripregato da Androcle, perchè non voleva, avendo un certo ritegno a parlare dopo di Filone. Pure cominciò in questa guisa:
      Molti uomini spesso lasciando di parlare delle cose migliori ed utili, si appigliano a certi altri argomenti, onde credono di acquistar gloria, ma a chi li ode non arrecano alcun pro; e vanno alcuni contendendo tra loro mentre dicono lo stesso, altri narrando fatti che non sono mai stati, ed altri chiacchierando di inezie; i quali dovrebbero lasciare tutti siffatti argomenti, e cercare di dire cose che vagliono. Ora io stimando che costoro non pensano sennatamente, e d’altra parte credendo che sia la più grande fatuità biasimare alcuno che non conosce il meglio, e cadere nello stesso biasimo, piglierò a ragionare d’un argomento utilissimo e bellissimo, e tale che chiunque dirà meritamente chiamarsi bellissimo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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