Ma in un grave malore, cui nessunoAncor conosce, e di sì grave peso
Che l’umana natura nol sopporta.
VELOCIPEDE.
Ahi, ahi, ahimè, misero, ahimè!
Come il dolore mi trivella il piede!
Tenetemi per mano, pria ch’io cada,
Pigliatemi siccome fanno i satiriChe sorreggono Bacco su le braccia.
BALIO.
Son vecchio, eppur eccomi a te: garzoneTu sei, e un vecchio ti mena per mano.
LXXXI.
EPIGRAMMI.
1.
DI LUCIANO SUL SUO LIBRO.
Questo libro l’ha scritto Luciano,
Che vide i vecchi errori, e la stoltezzaChe all’uom pare saggezza.
Nessuno accordo è nel giudizio umano:
Una cosa che a te fa meravigliaAltri a riso la piglia.
2.
SU I PRODIGHI.
Il giovane Terone
Sparnazzò bruttamenteTutta la roba che lasciògli il padre.
Euctemo al padre amico,
Come lo vide povero e disfattoPianse, il raccolse, della sua figliuola
Il fece sposo, e gli diè ricca dote.
Rifatto ricco inaspettatamenteTornò a spendere e spandere Terone,
Tutte le voglie facendo passareAl ventre sozzo e ghiotto,
Ed all’altra sozzura che sta sotto.
Così Teron di nuovoNel fondo di miseria sprofondò,
Ed al verde tornò.
Pianse Euctemo di nuovo, e non per lui,
Ma per la figlia sua mal capitata,
E la dote sprecata.
E s’accorse, ma tardi,
Che un uom che fece mal gli affari suiNon può far ben gli altrui.
3.
SU LA PARSlMONlA.
Pensando che morraiGodi del ben che hai;
Pensando che vivraiNon ispendere assai.
Sa fare l’uno e l’altro un uom sennato;
A spesa ed a risparmio è misurato.
4.
SU LA VITA UMANA.
Tutto muore e trapassa o prima o poi;
E se tutto non passa, passiam noi.
5.
SU LA VITA BREVE.
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Bacco Luciano Terone Terone Teron Euctemo SU LA PARSlMONlA
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