Se ne van coi dì felici.
15.
SU LA FORTUNA.
La fortuna sa fare anche miracoli;
I piccoli solleva, e i grandi umilia.
Ella t’ammaccherà tanta superbia,
Ancor che l’oro ti scorra a rigagnoli.
Non giunchi e malve, ma gran querce e plataniHo veduto dal vento a terra abbattere.
16.
DELLA PRUDENZA.
Il buon consiglio cammina a piè lento:
Se corre, ha sempre dietro il pentimento.
17.
È una freddura che non può tradursi.
18.
SOPRA UN MANGIATORE.
Se mangi presto, e corri lentamente,
Mangia coi piedi, e fa correre il dente.
19.
DELL’IMPOSSIBILE.
Chè ti affanni a lavare un Etiòpo?
Ci sprechi l’arte intorno:
Non puoi di buia notte spiccar giorno.
20.
SU LA TOMBA D’UN ATLETA.
Gli atleti han sotterratoApi compagno qui,
Perchè nel pugilatoNessuno mai ferì.
21.
SU LO STESSO.
In quante lotte son famose in Grecia,
Io che fui detto Androleo, lottai.
In Pisa ebbi un’orecchia, ed in Platea
Un occhio sfracellato,
E di Delfo mi trasser senza fiato.
Il babbo mio Damotele,
E quelli del paese mi spronavanoA farmi portar fuor dello steccato
O morto, o storpiato.
22.
SU I GRAMMATICI.
O Grammatica, salve; salve, o Musa,
Che pur trovasti il bel rimedio comeFarci pappar, il Canta l’ira, o Dea.
A te ben si doveaRizzar templi ed altari
Ed offerir perenni sacrifici,
Perchè piene di te sono le vie,
Pieno il mar, pieni i porti, e pieni i lidi,
Grammatica mendica, de’ tuoi stridi.
23.
DI QUEI CHE HANNO CATTIVO FIATO.
Un esorcista al quale pute il fiatoI demoni ha scacciato,
E non per forza di scongiuramenti,
Ma di bocca votando gli agiamenti.
24.
SU LO STESSO.
Non era sì fetente la Chimera,
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Etiòpo Grecia Androleo Pisa Platea Delfo Damotele Grammatica Musa Canta Dea Chimera
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