Se io l’intendo bene, lo vedano quelli che sanno il greco, ed hanno buon senno.
31 Leggo apsesi col Retz invece di ypsesi.
32 Ulisse tornato a casa sua vestito da mendico e sconosciuto, mentre s’apparecchia ad una lotta, si spoglia dei cenci che indossava, e mostra le robuste membra. Allora i proci che lo riguardano esclamano, dicendo questo verso.
33 Eurynomenes tes skias pros ten augen, dilargatasi l’ombra alla luce. Ma quì l’ombra è l’immagine della cosa; e la luce è la luce refratta, come bene osserva e prova il Gesnero, difendendo Luciano dall’accusa d’ignoranza nelle cose della fisica.
34 Esiodo.
35 La Libanitide pare che sia Venere, adorata sul Libano, con culto nefando, in un tempio che fu poi distrutto da Costantino. Vedi la Dea Siria, che forse può esser questa.
36 L’Olmeo, l’Ippocrene, il Permesso, erano fontane d’Elicona.
37 Un Ismenia ricchissimo comperò i flauti d’Ismenia gran sonatore.
38 Marchiato del coppa. koppaphoron. Il coppa, che corrisponde al coph degli Ebrei, valeva pei Greci il numero novanta, e si segnava q così, come il q dei latini. Ma perchè i cavalli migliori si marchiavano con questo segno non si dice. Alcuni leggono kappophoron, marchiato del cappa, e nemmeno dicono il perchè. Forse il nostro cappare scegliere, e cappato scelto, meglio che dal latino captare può avere questa origine dal cappa che si metteva per marchio ai cavalli migliori, o della razza migliore.
39 La luna coi granchi, si direbbe in italiano.
40 Le ossa di Gerione. In Pausania è un luogo in Atticis, p. 34, 20, che dà luce a questo.
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