Pagina (442/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Da prima le ultime parole si leggevano scritte in quest’altro modo, to de drama tou bibliou; e gli interpetri hanno voluto correggerle, vi hanno messa una parentesi, hanno fatto ogni cosa per cavarne un sentimento, che non hanno potuto cavare netto e chiaro. Io lasciando l’antica lezione, e togliendo la parentesi, e trasponendo sola una virgola, leggo diversamente, e credo di cavarne il senso che è nella traduzione. Leggo adunque così; To men oun biblion, tout'esti de ton ypomnematon to prosekon emin meros, to de drama tou bibliou, phesi ec. E se dovessi torne qualcosa, sarei col Guyeto al quale quel to drama tou bibliou, insititium videtur. Vorrei meglio tradurre la parte drammatica del libro.
      136 Iperide ebbe tagliata o strappata la lingua per ordine di Antipatro. Accusò Demostene, e il fece andare in esilio. Si rappattumò con lui, e poi tornò ad accusarlo. Vedi Plutarco, Vita di Demostene.
      137 Pitone di Bisanzio, eloquente oratore; del quale fanno menzione Demostene ed Eschine.
      138 La dramma era pagata all’oratore in causa pubblica o privata; il triobolo al cittadino che giudicava una causa.
      139 Me gar ei par’elpida, neque enim praeter spem. La negazione è necessaria, e credo che sbagli chi la leva. Plutarco, Vita di Demostene, dice che Filippo si vantava della battaglia di Cheronea, la quale riuscì non già praeter spem, ma secundum spem, o pure non praeter spem eius. Almeno così mi pare.
      140 Io crederei doversi dire: E noi che non siamo in tutto da meno di lui, e leggerei ouk echontes, invece di an echontes: ma non ardisco di mutare niente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Guyeto Iperide Antipatro Demostene Plutarco Vita Demostene Pitone Bisanzio Demostene Eschine Vita Demostene Filippo Cheronea