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      177 Non si sa che Agamennone aprì l’Euripo, che è fatto così naturalmente, non da arte umana.
      178 Potè avere udito, ragionando di cose utili, chè anche i tiranni si compiacciono talvolta a udire di siffatti ragionamenti. Io leggo eisaieto, inaudierat, potè avere udito, da eisaio, inaudio; perchè quell’eisaito, che è nel testo, che si fa venire da eidomai, e che si spiega videri poterat, non fa senso; e lascia sospese le ultime parole ai gar tyrannoi physeis, la mente dei tiranni, ec; per modo che il Marcilio crede che vi sia una lacuna, e vorrebbe segnarla con asterischi.
      179 elocheusen, partorì, generò, produsse, qui non mi dà sentimento. Leggo elakosen, unse di olio, da elakoo. Forse il primo elocheusen ha cagionato qui questa ripetizione.
      180 Girina. Non so che pianta sia. Il Lessico dice così. gyrine es e. Luc. girina, pianta. E niente più.
      181 Il testo ha yainas, da aniye, che il lessico spiega porcella. Io qui direi faina, ma con quale autorità?
      182 Scrittura sciocca ed inetta: pare una sguaiata e puerile imitazione della Tragedopodagra. Ha versi mal fatti, guasti, monchi: ed in ultimo dev’essere monca di molti versi, perchè il Dolore ed il Nunzio, che sono tra i personaggi indicati in principio, non parlano affatto.
      183 Qui non è reticenza ma lacuna nel testo: e così anche negli altri luoghi in seguito.
      184 Lacuna.
      185 Lacuna.
      186 Si può dare una svenevolaggine più balorda?
      187 Lacuna nel testo e molte altre volte appresso dove sono questi punti.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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