Lucini, invece, di tutta la ricchezza ch'egli possiede si serve soltanto per manifestare lui, soltanto lui, continuamente: il suo pensiero, le vibrazioni dei suoi nervi, le contrazioni dei suoi muscoli. Egli non si smentisce: non sa, non può smentirsi: signore assoluto e senza riguardi per alcuno espone al sole il brillare delle sue perle di infiniti colori, i suoi «moerri» voluttuosi al tatto, egli grida, bestemmia, sussurra, prega, delira, filosofeggia, come più gli piace, in libertà piena, con sincerità assoluta (Badate: neppur manca la sincerità quando dal fatto reale trae le figurazioni ideali: queste sono semplicemente il fatto visto col diaframma del suo personale temperamento. Così pare definisse anche, il Taine, l'arte). Lucini non si cura di piacere o di non piacere al pubblico: egli non canta pel pubblico, come un'istrione di piazza: egli canta per sè, per soddisfare l'urgenza delle sue corde vocali, per sentirsi i polmoni alenare con ritmo sano e forte, per il compiacimento dei suoi timpani, per celebrare offici nella sua propria religione. Chi vuole lo segua, se può».
4. Di fatti, l'intenditore non si fece tardare; ecco risponde a battuta al mio ultimo Le Nottole e i Vasi, Enrico Cardile(VIII) dalla sua materna Sicilia, dove, giovane, determina tra i suoi, che lo sanno comprendere ed amare, il rinnovamento del gusto e della coscienza non solo letteraria, collo scrivere, ma, quanto vale di più, col vivere dignitosamente bello. Altri rapporti egli trovò e dispose tra l'Abruzzese e me, in determinazione di quella sincerità nel detto e nel fatto senza di cui non vi è nè poeta, nè poesia, ma trovasi una bardassa, che diverte, ed una farsa che solletica la comune sensualità de' grossolani.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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Badate Taine Le Nottole Vasi Enrico Cardile Sicilia Abruzzese
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