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      Questi poveri uomini universitari, ben pagati dai giornali dove si può, non si accorgevano di aver torto: di aver cioè davanti a loro un piccolo specchio di Murano antico, col mercurio dietro screpolato e rappreso, dal cristallo qua e là fluorescente e verdastro; il quale, a capriccio della sua poca levigata superficie, rifletteva le evoluzioni poetiche che andavano succedendosi oltre le Alpi: Parnassiens - Symbolistes - Intimistes - Verslibristes - Esthètes - etcc... - Noi qui avevamo davanti un bel campione di virtuosità; dalla culla, si poteva dire, egli aveva avuto l'esperienza della prosodia; li accenti necessarii e tonici dell'endecasillabo classico gli erano famigliari dalli incunabili; l'abitudine dell'orecchiare una frase su di un tono(XI) d'ottonario si era fatto sentire ad ogni risposta alla madre od alla nutrice; egli sapeva domare la rima pericolosa al giuoco del sonetto; allineare, una dopo l'altre, le parole insigni alla felicità di poter dire l'inesprimibile, tutte le cose che esistono e quelle altre che non vivono che nella imaginazione; egli, sopra tutto, era ebro della lettura de' suoi colleghi di altra patria e lingua; tanto ubriaco e pieno, che ne doveva, senza sapere, dionisiacamente recere, se volesse, per avventura, emularli, ed intinto, sentiva di tutti i vini generosissimi e famosi che conserva la fresca cantina della letteratura indoeuropea. Intanto, egli - il Poeta - sapeva anche - il romanticismo; ma se ne era, invano, contagiato oltre alla spessa epidermide del naturalismo infrancesato, - intanto il Poeta pretendeva di sapere che cosa egli rappresentasse: egli era colui che pensava, sofriva, difendeva un ideale, adorava la Bellezza; era colui dalle massime ed ottime pretenzioni, il forsennato della chitarra, il modesto oltre la superbia; il signore che viene, per cui il Maestro aveva incitato il popolo d'Italia a preparare le vie; il ricalcatore, cioè, avido del genio delli inventori; sicchè, non potendone avere, cercava di imitarne i risultati maravigliosi col, semplicemente, impadronirsene.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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