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      Sarà, un dì, facile mostrare come e quanto M. Hérelle si allontanò dalla lirica d'annunziana. Intanto, è triste dover constatare, come, oggi, questa già attesa con ansia pubblicazione, non dia per nulla la rivelazione del poeta italiano, come pretendevamo di averla. Per ciò, non reca maraviglia il sapere che M. D'Annunzio sia divenuto librettista di Mascagni».
      Se non che l'ottimo Hérelle non volle rimanere sotto l'accusa di aver diminuito, colla sua inettitudine, l'opera dell'amico. Nò; la ragione della mancata rivelazione di grandissimo poeta universale non dipendeva da lui. Così, il traduttore mostrò a richiesta il ben servito del poeta e se ne vantò: come è logico e giusto rispose(XIII):
      «M. Ricciotto Canudo, fa sapere, con una notizia pubblicata nell'ultimo numero del Mercure de France, (N.ro 361) com'egli non apprezzi affatto la traduzione mia delle Poesie di G. D'Annunzio. Ne ha il diritto. D'altra parte mi consolo con piacere, pensando che l'autore - poeta fu più indulgente di lui; da che egli mi scrisse: «La vostra traduzione mi incanta... Voi avete potuto far questo prodigio: dare un'idea dei ritmi in alcune liriche difficili del Poema paradisiaco».
      «M. Ricciotto Canudo prosegue «accusandomi di essere un traduttore assai libero».
      «Di questo rimprovero io avrei maggior dolore se credessi di meritarmelo. Ma, al contrario: le traduzioni mie delle opere di G. D'Annunzio sono letterali, e, se si riscontrano qua e là delle parole mutate, qualche riga soppressa o cambiata, ciò venne fatto dall'autore medesimo.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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