A Montecitorio, il letterato tace, appare raramente: solo si scuote alla lotta disinteressata e pervicace dell'ostruzionismo, per cui, gettando il rinnovarsi, o morire, come impresa di battaglia, ascende la montagna parlamentare e siede in alto, aspettando di battere(21) La Canzone di Garibaldi sul palvese d'acciajo d'Orlando, dedotta da Jessy-Withe Mario, suscitatrice di folle; di costruire il teatro d'Albano; di provarsi nella Francesca e d'essere battuto, a Firenze, dalla lega di un Shylok e di un Tartufe nelle ultime espressioni della volontą popolare.
I sovversivi si compiacquero del;
«donato un regno al sopraggiunto re»
e fecero ovazioni: chiara, al popolo, la epopea del risorgimento parve classica ai dotti ed agli esteti formosa.
Nei salotti dorati e patrizii, nelle riunioni plebee, nelle conferenze, Gabriele D'Annunzio assunse la maschera ed il porgere imperatorio del conquistatore; egli deve aver creduto di aver posseduto l'anima della patria, come lo Stellio Effrena(22) l'anima della folla nel palazzo ducale a Venezia, come il Claudio Cantelmo l'anima delle Tre Vergini delle Roccie: ed egli non s'accorse d'ingannarsi e si trastullņ, cosģ, nel suo orgoglio immenso e nelle sue inattitudini a creare veramente per sč e da sč solo il pensiero e le imagini.
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Giovanetto, erudito di classicismo, dotato di una squisita sensibilitą, sorretto dal buon gusto, venne apprezzato dal Sommaruga(23), esperto conoscitore e troppo lesto commerciante; e, proteso da lui, apparve la prima volta originalmente: Canto Novo, Terra vergine, Intermezzo di Rime, Il Libro della Vergini.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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