Tutta la letteratura si vestiva di colori lucidi e caldi; tutta la letteratura era un festino di nudità e di baci; tripudiante incubava e fruttificava, ai soli dell'Ellade, ed insegnava, contro al crocifisso pendente ed agonizzato, dolore e rinuncia appesi al legno del patibolo, una necessità: la gloria del piacere, il dovere della vita gioconda.
Il Gran Pan trionfava.
Quindi, volle perseguire l'opera colla industre pervicacia, colla inesausta curiosità del sapere. Fiammeggiò, in una vampa azzurra e rossigna, lingua rabida e solfurea, se Schwarz, nel mortaio alchimistico, rinviene la polvere; se Guttemberg moltiplica il pensiero colla stampa ghigna Pan nel cigolio della vite che rinserra il torchio sulle pagine e sui caratteri mobili: fischia all'uscita del vapore dal pertugio, per cui si muovono i cavalli di metallo, sulle guide d'acciajo; risplende, vibra, incita, spumeggia, gorgoglia, percorre, sui fili di rame, colla parola, colla luce, colla energia, con tutto, se, dalle turbine, cascata compressa e serrata, torna l'acqua le ruote e si trasforma in fuoco ed avvicina i poli, ed accosta li uomini, e supera i confini, e trapassa i mari, e rimuta la terra.
Fu già Gran Pan nei giorni rivoluzionarii, scorrente sulla fronte delle turbe, squassando la bandiera di porpora: fu, per tutto, il grido della vittoria se la gente latina prevalse contro alla barbarica del diritto divino e del feudalismo, instaurando il diritto nuovo. Dalla Enciclopedia, alle purgazioni settembrine; dalla unificata Italia, all'impeto delle coscienze volontarie verso la felicità degli universi, incondizionato, per filosofia, per arte, per scienza, il Gran Pan.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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