Gravido di sua semenza, profondo di suo sentire, ecco l'uomo moderno. Goethe rima una leggenda gota ai soli della Grecia; Shelley esplode La Regina Mab e Prometeo contro il cant borghese ed il presbiteranismo ipocrita d'Inghilterra; Madach, magiaro, del primo Adamo ripete l'origine e le seguenze nella Tragedia dell'Uomo; von Grabbe ride coi suoi demoni addomesticati, Asmodei d'ironia e di sarcasmo; repubblicano e marmoreo, estrae l'eroica paganità Leconte de l'Isle coi Poémes antiques; Carducci ha l'Inno a Satana ed il Ça ira, allora maestro nostro, impaziente e fervido per tutte le libere audacie del volere umano. Per Nietzsche e da Stirner la confusa materia operante, l'energia ormai disvelata, ebbe consacrazione ultima; e, nella benigna crudeltà della sua legge concreta, fugati tutti li Dei, Pan, uomo, divinità tellurica e solare, pretende di vivere al suo scopo meraviglioso, senza paure e senza rimorsi, senza rammarichi e senza limitazioni; vivere pacifico con sè stesso e i fratelli, non disgregato, ma socialmente.
Il panteismo scientifico fermentò in Baruch de Spinoza; l'ateismo proteso da Büchner, il positivismo di Ardigò, la materialità dello spirito e del pensiero stabilito da Moleschott, l'edonismo repubblicano da Giuseppe Ferrari, il volere cosciente ed illimitato da Stirner libertario, hanno rispondenze colle filosofie classiche; poichè importa, per vivere, conoscere, amare e godere e sapere, dal fatto della vita, tutto quanto il nostro desiderio pretende, senza stanchezza e senza inutili ritorni; convien per vivere, viaggiare senza sazietà.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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