- Nelle Laudi il D'Annunzio è un visivo intenso ed un passionale di voluttà: è sopra a tutto un voluttuoso esasperato alla ricerca del piacere fisico ripetuto e rinnovato colla scienza sicura del suo valore e della sua virtù.
Egli vorrebbe essere il despota di un erotismo universale, vorrebbe amare ed essere amato, idolo di una folla, spasimante nella crisi di un amplesso; desidererebbe estendere questo minuto, per lui solenne, a tutti e protenderlo alla storia.
Cerca la bellezza in ogni luogo, la bellezza sempre; vorrebbe possedere tutte le armonie del bello in un solo abbraccio. A lui le labra golose e rosse; le corolle dei fiori e li splendori delle gemme; a lui la saggezza di fabricarsi, dietro la scorta delle sue memorie e delle sue letture, l'apparato scenico, il contorno e l'ambiente nel quale possa veramente godere. Il raffinato si fonde coll'emotivo semplice; è il magister elegantiarum che si sovrapone all'uomo di larghi e voraci appetiti primitivi; il quale si sazia comparando, nell'atto, le voluttà imitate, li ozii delicati, li ardori, le acconciature, i paesaggi, le ipotesi erotiche, i gesti d'energia, di abbandono o di rifiuto, le improvvisate soluzioni della passione ed i significati più aperti o più chiusi delle cose, risvegliati dal mistero, da un sottile raggio di sole.
Il suo verso e la sua prosa sono dunque la sua vita ed il suo desiderio incessante. Ma sono sinceri, e fino a quando, e dove? Finchè egli non si infagotti, mascherotto geniale, in abiti che non gli convengono; o creda di fare, mentre ozia, o speri di darsi come un ideologo mal riuscito alla fabrica delle idee, mentre d'idea e di pensiero è incapace; chè per quanto dica, non ci tramanda che una serie di emotività particolari, stati d'animo, non concetti fondamentali ed assoluti.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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Laudi D'Annunzio
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