(È una povera piccola anima!) Il costruttore e il decoratore di questa reggia è un savio? è un pensatore logico e concreto? È un buon consigliere? - No, ma è un poeta; e pare che dovrebbe bastare, tanto più che la specie dei poeti per diritto divino è alquanto più rara dei savi, dei ragionatori e dei buoni consiglieri». Ma da vero lo crede il Croce? Ma egli non si reputa l'unico grande ragionatore, - filosofo, direi d'Italia? E per questo solo, per farsi credere l'unico possibile educatore delli italiani moderni, non cerca forse di insinuare che D'Annunzio è anche il solo unico poeta de' medesimi? Non insisto. - Io so che continuo a domandarmi ed a domandare: «È un sincero? è un onesto, anche letterariamente? È uno a cui tu ti possa affidare, senza timore che ti tradisca... letterariamente; per mezz'ora»? E sempre no, no, no a triplice chiusura negativa mi rispondo e mi rispondono. Dopo ciò D'Annunzio può anche essere il più grande poeta per diritto divino, come, per diritto divino, furono de' simpaticissimi burloni e ciurmatori, Cagliostro e Casanova, come, per diritto divino, li sfortunati Cartouche e Mandrin gareggiarono colle loro gesta Cesare e Napoleone. Sì; il diritto divino è la supina facilità della politica barbara del pragmatismo, come Dio è il luogo comune della filosofia hegeliana e crociana.
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Avete dunque veduto quanti cervelli poderosi concorsero a formare quei libri, sulla copertina dei quali pompeggia il solo nome di Gabriele D'Annunzio? Voi vi formalizzate con grinta inquisitoria speciale e sdegnosa?
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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