All'Argentina, convocò il Senato ed il popolo romano, perchè si deliziassero, più o meno a seconda dalla delicatezza del gusto e della normale cultura archeologica di ciascuno, li spettatori. Il mimojambo-ippico-lirico-coreografico sfoggiò i muscoli glutei e callipigi di Gabriellino; il quale con evidente modernismo, forse imparato alla scuola del Ferrero, che si compiace di attuare con stile giornalistico l'antichità, espose sè stesso sotto forma di Ippolito-Ganna, o Raichevich, prestanza di sport anglo-giapponese, invidia, ahimè! se lo sapessero, alli atleti cantati dal Pindaro, cui, per fortuna nostra, non assomiglia suo padre. E la Franchini, con molto consumo di energia nervosa, dettagliò il furore della Pasifaeja - un bel tipo, questa, di ossessa e di isterica, delizia numismatica per le ricerche della antropologia criminale; dentro cui un Charchot, oltre che ritrovare un esempio lucidissimo dell'atavismo degenerativo, riscontrerebbe la attitudine alla simulazione di reato e la ninfomania espettorata con grida, minaccie, pianto, maledizioni dalla sua bocca uterina rovesciata, tumultuosa ed intumidita che le serve d'organo di relazione per... la parola. A noi, che ammiriamo l'arte tragica e veramente eccezionale dell'attrice, duole che sin qui si impieghi in questi esperimenti degni di una clinica da manicomio; e, ove possiamo consigliarla, le diremmo: «Passate oltre, volgetevi altrove».
Intanto, tutti i giornali della Penisola si sono interessati, da un 10 di aprile a tutt'oggi, alle gesta della rappresentazione e delle successive riprove.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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