Non vi erano potenti turbini dentro il mare concavo, per afferrare, giù, nel loro becco, nel loro fianco, non vento alcuno per attirare nei suoi denti e nella sua capigliatura, nessun banco di sabbia, nessun bassofondo, nessun gurgite, donde i flutti, che si combattono, rigettino spoglie e schiume, dentro cui si torcano, in vortice, le bianche ossa, come un fuoco che si imbianca mentre si inalza?
Comunque, chiameranno tutte e due Ippolito:
. . . . . . . . Ma ti lasciò per madrela sagari amazzonia;
una spada fu tua nutrice;
nomi d'acciajo, di cui ha la proprietà del battesimo il poeta inglese.
Comunque, tutti e due chiederanno al giovanetto frigido, guerriero e feroce la morte benigna per una sua ferita e lo imploreranno della strage, poichè loro recusa l'abbraccio.
. . . . . . Sì, tra l'omero e la golacolpiscimi. Con tutta la tua forza
fendimi, sino alla cintura, ch'ioti mostri il cuor fumante arso di te,
consunto dalla peste,
insanabile, nerodell'obbrobrio materno;
sì, colpiscimi, fiero della bramamostruosa - colpiscimi -
non esitare, per la pura Artemide
che t'incorona, per la santità
della dea che tu veneri raccoltala tua mannaja e fendimi! - perchè
ben io son quella che gridavi, sonoFedra di Pasifae,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io la donna di Teseo.
Vibra la tua spada, qui, tra la cintura e il seno....... perchè come mia madre sono assillata ed accesa e sopra alle mie guancie ho la stessa rossa malattia;......... colpiscimi come una preda; t'imploro per la santa e fredda corona verde e per il diadema delle foglie d'Artemide;.... affonda la spada sino alla impugnatura, sono la figlia di Pasifae,..... sono la donna di Teseo.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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