I libri vostri, che sono quelli dei borghesi, ebbero una vendita minore; perchè, a quei borghesi, lo sciopero generale riduceva le rendite.
Ma poco fa vedeste, dopo la massa grande, rigurgitare una densa poltiglia di Folla maldigerita, dalle fauci aperte delle catedrali; Folla de' vostri simili, femine e maschi borghesi, che si erano divertiti alle liturgie, come alle pornografie della danza del ventre, o del tango, ballata a pelle nuda nelli antri dove si fuma l'imbecillità dell'oppio e la pazzia dell'etere. Fu una illuminazione, illustre Maestro; vedeste, tra quei più rauchi, Barrès; la vostra bussola non segnava Barrès? Ed ecco il lituo abbaziale poggiarsi a palo sul tricolore: tutta l'Italia ufficiale, e Borghese, che voi servivate, furoreggiava colla novissima coccarda; e noi ridemmo all'arteriosclerosi che rimbambiva. Voi aveste la vostra filosofia, che, dal Panismo panteistico, era passata al Neo-idealismo bergsoniano; aveste il vostro critico, che vi fece il massimo cantatore italiano, nel Croce; ed il resto delli imbecilli disse di sì.
Fu in torno a questo tempo che morì, nelle coscienze professionali del giornalismo e fiscali del governo, l'Imperativo categorico di Kant. Vi aveva vissuto tanto da ajutare a produrre, da sette principati, pieni di pellagra e di ignoranza, l'Italia; ed era ben necessario, che, riunite le membra sparse in una Nazione, questa, per riconoscenza, dovesse congedare il buon senso ed il libero pensiero che l'avevano fatta grossa come si trovava.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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