Cioè, l'Imperativo categorico si trasformò; non era morto: si necrotizzava; andava perdendo consistenza, si spappolava, dimenticava la sua origine e funzione di decapitatore dei re; si era fatto elegante, inglese, francese, italiano; aveva ancora delle arie scientifiche; usava tuttora de' libri di bio-chimica, di psico-fisiologia, di formule, di ruote di Savart, di apparecchi registratori; ma i risultati Bergson li andava annotando sulle tabelle hegeliane, e si venne alle conseguenze di non distinguere più azione da nozione, prete da fattucchiero, ciarle da verità. Benissimo: vagiva l'Imperativo cadaverico, figlio di de Maistre e di William James. - «O rinnovarsi o morire». - Tra li arredi sacri, nelle sacrestie, colle Summe, le superstizioni, il lealismo, l'aquila di Tarantasia, la croce delle croci, il triregno, il sillabo, la verginità della Immacolata, si era riconciliata la fede colla scienza, la monarchia col popolo, le arti colle fiere, il poeta con il ruffiano e il ciurmatore: Alleluiah! il Tutto era tornato nell'Uno; Buddah si era reincarnato, la Trimurti si affacciava sorridendo alla Trinità; il nero era bianco e viceversa; l'Imperativo cadaverico si era raggrumato in Dio: la transunstanzazione aveva operato un'altra volta, miracolosamente.
Illustre Maestro, voi che, naturalmente, non capite queste cose, vedendovele porte dal vostro cliente Borghese, afferraste di loro, semplicemente, la forma fisica: la metafisica - che pare sia l'anima della filosofia - volò via; vi rimase nelle mani: «1° La Bandiera tricolore, con tanto di stemma sabaudino - 2° Un piviale a doppio uso, come ordina la liturgia, davanti bianco ed oro, per le allegrezze, di dentro - la fodera - nero e argento - pei dolori - 3° Una specie di mannequin anch'esso double-face, davanti e di dietro in perfetta funzione topica, di novissimo Endimione, l'Ermafrodito di novissima ragione estetica della modernità. Necessariamente, costui doveva portare nella destra il bandierone di cui sopra, doveva vestirsi del piviale, che lo lasciava nudo davanti, ma gli copriva il deretano, come quella parte che era di lui più preziosa». - Illustre Maestro! le ostriche d'Arcachon sono aperitive!
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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