» Nuovissima bestemia, questa volta, presbiterana! Esilio, dunque, magnifico esilio; Parigi è ospitale, perchè comprende «l'aroma intellettuale di ogni popolo, perchè esprime, in un pensiero, in un gesto etcc...». Confronta lettor mio, le magnifiche espressioni coi passi su citati della Apologia foscoliana; deduci; giudica. Lord Byron pure tenne altro modo; il Byron, verso cui scalpita in vano nelle Laudi il mimografo; ma quello seppe morire per quella terra di Grecia, in cui Aristippo, un suo filosofo, disse: «niuna terra mi è patria:» e Foscolo elesse, forse, in Inghilterra, la casa, perchè, come Socrate, aveva terminato per credere: «Il filosofare non è che meditazione alla morte:» per cui «ogni terra è patria».
Parigi non si adatta a riflessione; sa però che esilio significa exibetion; perchè tutti, che sian dotati di qualche performance singolare, ballerinette, cantarine, attori, cavalli da corsa, cani sapienti, foche balbettanti, poliziotti russi in veste di principesse valacche, ex-cortigiane in abito di poetesse, ed ex-monache con istrascico e decolleté di cortigiana espatriano, vanno in esilio, per logica presunzione di maggior guadagno, a Parigi; la città ventre e cervello, che ride alle grinte maravigliate e grottesche de' suoi proprii badauds, corollario essenziale al giornalismo di cui:
«L'espoir qui le domineC'est, chez son vieux portier,
De parler de la Chine
Au badauds du quartier».
E Parigi, che non disusa la sentimentale compiacenza ironica ai pious-pious d'Auvergue, può incrostarsi di un D'Annunzio(80). - Se non che ho già scoperto i più solleciti ed avvisati a dire - esempio una Rachilde, non sorda alle perversità di Monsieur Vènus, di Madame Adonis, di La Marquise de Sade, delli Hors Nature: «D'Annunzio, ah! sì D'Annunzio; colui delle eroine che muoiono per il quadruplice spasimo erotico; un qualche cosa di ermetico e di sopra naturale, come la quarta dimensione in natura, donde si impernia la pregiudiziale della teosofia e dell'animismo spiritico». Ah, sì, D'Annunzio; colui delli amori complicati; colui che vive a Parigi, suo proprio luogo topico, il cinquantenne gagliardo e massimo poeta italiano, non mai vacante d'amori e di debiti; quello che in sulle spalle parlanti porta: «Est locanda», romanissima locuzione di tutti i tempi.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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