«Avete avuto la magnifica prescienza, la più perfetta sensazione della poesia che l'uomo può provare nel librarsi fra cielo e mare. Avete dipinto il miraggio che ho avuto nei miei occhi, la tensione vibrante dei miei nervi, l'emozione profonda del mio cuore».
Ah, sì, prescienza, intuizione! Ma fare? Perchè il poeta non si sostituì al Bagne nell'ultimo viaggio che ebbe tomba nei flutti del Mediterraneo e si riservò - a tempo calmo - per un Icaro meno temerario e più sportivo del Beaumont?
(19) La citazione di questo librattolo, che vi ho già altrove descritto, ha procacciato ai redattori dell'Italia del Popolo una letterina dell'autore, che è bene leggere qui al proprio posto cronologico:
Il 30 giugno del 1903.
«Egregi Amici,
«Mi fanno rilevare l'articolo genialmente capriolesco che quell'amabile... Anticristo di Giampietro Lucini scrisse per favorire Laus vitae di Gabriele e i miei balzani Presepi di cui ancor nel mondo si favella e si scrive....
«Grazie tante a Giampietro! Il quale, però, mi faccia il piacere e la cortesia di non darmi dell'«entusiasta» e del «parente»: due cose che i Presepi, per sè soli, non autorizzano ad affermare.
«Io, poi, non sarò del numero di que' «facili ad ammirare le cose che meno comprendono!» Fatta eccezione, s'intende, per Giampietro, che meno comprendo, e più ammiro.
«Salute a voi, caro Cappa, e al simpatico Lucini.
Vostro GARIBALDO BUCCO».
Ma, poichè abbiamo in mano queste pagelle, alle quali fa, prendendo la palla al balzo il proprio autore un rispettivo boniment non vi sia discaro di sfogliarle meco, opportuno lavoro di revisione in cui i non grossolani appunteranno, in margine, delle utili notizie a vie meglio essere persuasi del carattere d'annunziano posteriore.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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