«Morto è il Gran Pan, è morto!»
G. P. Lucini, Per tutti li Dei morti ed aboliti.
(26) Posso qui permettermi una delle solite definizioni dell'arte: solevo dire: «L'Arte è il modo speciale d'espressione della vita sentimentale e cerebrale, secondo una sincerità soggettiva:» torno a ripetere: «L'Arte è la rappresentazione della Natura attraverso una sensibilità ed una volontà passionale e razionale». Le due formole non si elidono: se non che il capolavoro dev'essere piacere e salute: creato, con dolore, che si sofre spasimando di gioja, deve essere accolto, colla soddisfazione colla quale, chi è in possesso di un aumento, sente di vivere di più. Il capolavoro allarga l'orizzonte virtuale alla vita di chi gli è in contatto, e questa si accresce contro le asperità della esistenza: in ciò solo è utile, rispetto all'individuo ed alla società; per quanto egoistico ed asociale, perchè è elemento rarissimo e gratuito della pienezza umana.
La maggior parte delli uomini vivono bene, mi direte, senza essere mai stati a contatto intimo coll'opera d'arte: - ammetto; vivono ottimamente anche le piante ed i bruti; che, se mi tenete per buona l'espressione; «l'Umanità è il sistema nervoso del mondo» - ripeto: «Ma la coscienza creatrice della Umanità risiede nell'Artista-Poeta che fabrica il Mondo e li Uomini, autenticandoli nell'immortalità colla sua bellezza». - Vi domando, tornando ad hominem, se l'arte d'annunziana sia stata creata con piacere e salute, e, reciprocamente, se il suo pubblico diventa più lieto - cioè più compreso del proprio valore; e più sano - cioè più disposto a manifestare il proprio aumentato potere, - quando ne va scandendo la prosodia, ne ode e vede la dramatica, sfoglia i suoi romanzi, sbadiglia alle sue conferenze.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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