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      Ora, non legarti a quanto tu hai, se non a ciò che tu senti di te stesso; crea da te, impazientemente o pazientemente, tu, che sei un ente che non si può sostituire». In tal modo Andrè Gide s'accosta a Stirner, dopo d'essere stato uno squisito artista al modo di Nietzsche; e questo suo egotismo diventa universale, perchè determina a ciascuno la strada necessaria per definirsi nella Unicità. - Battete a ripresa, su tutti i versi delle Laudi, col martello interrogatore di questa critica affinata dalla erudizione nella filosofia: invano il metallo di quella lirica risponderà a tono alle richieste di Stirner, di Nietzsche e di Andrè Gide.
      (29) Questi sono altrettanti capitoletti di «Gaya Scienza»: sarebbe il caso di tradurli - se la fatica non fosse eccessiva e la misura di queste note lo potesse permettere. Quanto a Vita Femina: «Non basta, per rendere l'estrema bellezza, in un'opera, tutta la scienza e tutta la buona volontà, è necessario concorra il più felice dei casi, perchè le nuvole si squaglino da queste cime, onde vi brilli il sole. E pure, ciò che si svela a noi, non si svela che una volta sola». È il destino, il cieco caso che D'Annunzio tenta ed irrita in ogni sua opera; ed egli gli si rifiuta: nè una volta sola ha voluto, per suo capriccio, fugare le nubi di sulle ertissime cime, perchè il sole finalmente vi potesse risplendere. E sì che Nietzsche è tormentato, giorno per giorno, pagina per pagina, dalle mani febrili ed impazienti del Pescarese; il quale vi pesca spugne e ricci, non capitoni natalizii e saporitissimi.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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