A farla a posta, ha ritratto la sua originalità dalle menzogne dei confidenti e dalle infamie dei processi marziali. Che la paura, spugna, abbia a calmarsi; non tremi gelatinosa la pancia; l'alba di regno amoreggia coi galeotti di ieri; governo e sovversivi, per le placide conquiste delle leggi economiche, (dicono) si sono sposati, morganaticamente infecondi. - Sì che fu allora, ed anche oggi, provvida necessità l'essere anche per il popolo clandestini, sparare le proprie Revolverate e vecchie e nuove, nella apatia e nella sorpresa maraviglia dei più vicini: rispondere ancora, per essere almeno compresi da chi ci dorme a fianco, colla Necrologia:
«Ma per tutti i morti che giacciono insepolti, pei morti disperati, per tutti li annegati, che vanno alla corrente e imputridiscono nelli stagni fumanti di malaria;
e per tutti i dolori sconosciuti della canaglia, e per tutti i livori delle ferite sulle membra forti;
e per queste coorti di morti, di uccisi, di appiccati;
pei languenti in le mude, pei sudanti ne' porti a vuotar dalle draghe il detrito e la melma dei commercii;
per tutti questi orrendi senza patria,
senza famiglia, senza nome e pane,
un cencio han ritrovato le olimpiche fierezze,
le regali ricchezze, le soavità muliebri, le nobili bellezze;
le mani bianche e fragili han depostoun cencio, un cencio solo, onde si copra l'oscenità pietosa,
percossa, lacerata, estenuata,
un cencio, un cero, un fiore?»
Chi conosce tra voi questa strofe? Vedo; nessuno.
Gli è che quando un Cavalier Marino va in esilio per ragioni.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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Revolverate Necrologia Cavalier Marino
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