Quant au vers libre, il me semble plutôt qu'il en est encore à l'état d'ébauche et qu'il n'a pas trouvé sa forme definitive, son équilibre vital et parfait».
Il principio è esatto: l'intensità della rivoluzione, che portò la lirica contro il Carme dei Sepolcri, perchè si foggiassero li Inni Sacri del Manzoni, è identica a quella che spinse Carducci alle Odi Barbare contro li Inni, e le Revolverate contro le Odi. Ma, se voi chiamate D'Annunzio a darvi ragione di tutto ciò ed anche delle sue Laudi, egli non ne trova e tace. Perchè? È logico che così si comporti: nella sua poesia stessa ne troverete i motivi. A questa non chiedete nè idealità, nè metodi, nè filosofia, nè una ragione di vita; più tosto vi dirà con disordine emotivo: «Qui sono i risultati dell'udire, del vedere, del toccare, dell'odorare, non della funzione cerebrale, non la dejezione-idea». Il suo cervello è, più che stitico, occluso.
(49) Remy de Gourmont, De pas sur la sable; Mercure de France, 16 oct. 1912. - «È solamente dentro la noja, la profonda noja, che noi gustiamo il meglio della nostra esistenza. - Vi è sempre qualche cosa di superiore in colui che sa annojarsi - Meglio la noja di un mediocre piacere. - Vi son piaceri profondi, che ci mettono sottosopra che ci piegano. Per questi solamente merita uscir dalla noja. - Oh, delizie della mia noja: che valgono al vostro confronto i divertimenti delli uomini?»
(50) Insisto sulla mancanza di facoltà di rompere il fascino di un ritmo primamente accolto e di trasportarne li elimenti, non solo in altro tono ma in altro registro, come è la caratteristica principale del verso libero.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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