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      Su questo puoi anche ammettere e spiegare il facilissimo mistero della unità e trinità del Dio delle più evolute religioni che si fondano sul monoteismo - come filosofia - ma che debbono assumere rito e dogma politeisti per farsi chiare - con aspetti e simboli al volgo. La divinità unica si trasforma, per pratica attribuzione, nelle sue forme tangibili, riassorbite nel quid trascendente ed inconoscibile della mens, dell'ennoja perfetta generatrice del tutto, dalla monade leibnitziana.
      (61) Sembra che il suo cervello non possa produrre la luce del pensiero se non date varie circostanze favorevolissime: lo scatto non è mai immediato, ma mediato: mediante la fiaccola accesa del pensiero altrui. Allora, avvicina a questa la sua lampada spenta e prende fiamma dal fuoco che già riscalda e brilla, che è già vivo. La luce è riflessa, è da satellite; sarà, comunque, sempre più pallida, apparirà sempre una falsificazione: egli non potrà mai tramutare direttamente l'energia: sensazione, nell'energia: pensiero, idea, senza l'intervento di un'altra causa che è fuori di lui, ma che opera in lui per mimetismo, con eccitazione; il suo cervello non evacua il pensiero da sè, ma per rapporto all'altrui già limpido e risplendente, concreto, preciso. - Codesto fenomeno d'annunziano fu indovinato e descritto, con assai felice humorismo, in un episodio dell'Insaniapoli, Napoli, Ricciardi 1911 da Enrico Ruta: giova che lo sappiate: «Ma la scogliera si rabbuffava in picchi e scoscendimenti presso che invariabili; ed Elio, che già trafelava, adocchiò un masso, che tale gli parve sporgente sopra molti altri più piccoli, e andò a sedervi su.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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