Le tradusse Luigi Gamberale con due aggiunte e gli Echi della Vecchiaja etc.... Remo Sandron Milano - Milano - Palermo - Napoli, P. Jannacone, poi, ci chiede un bel saggio: La Poesia di Walt Whitman e l'evoluzione delle forme ritmiche, Roux - Frassati - Torino; libretto succoso, cui dovrebbero leggere con profitto i liberi verseggiatori italiani. Ma è sopra tutto da raccomandarsi caldamente la conoscenza del poeta nord-americano nell'opera densa e nutrita di Léon Bazalgette: Walt Whitman, L'Homme et son Oeuvre, etc. Paris, Mercure de France, MCMVIII. Nutrito da codesti studi sarà ben difficile, scambiare le Liriche di Foglie d'Erba con quelle delle Laudi d'annunziane.
(68) Non bisogna lasciar Le Laudi senza avervi ammonito che il cruschevole amò anche scrivere di questi versi, nel Fanciullo
«una sol volta almen volgi la testa;»
dove il sol compendia più errori di gramatica, sintassi e prosodia che non abbia lettere a formarlo: indi, un altro verso ne L'Oleandro elide quattro vocali insieme, facendone un mostruoso dittongo di un'unica quantità:
«o salvia o altra fresca erba mattutina:»
e via via, al resto che vi si può, senza essere meticoloso ed attentissimo, spulciare con facilità.
(69) Ricciotto Canudo, per perdere definitivamente la sua fede d'annunziana, di cui fu troppo sollecito ed ingannato banditore in Francia, ha dovuto leggere la Vita di Cola da Rienzi: «Perchè egli, D'Annunzio, ha creduto, un'altra volta, che il massimo dell'arte sia il supremo classico nelle imitazioni delle forme abbandonate dalla mente moderna umana?
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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