Questi segni armoniosi indurranno, ripetendosi, nel pubblico, una suggestione pari a quella di un'orchestra. Tornerò, insomma, alle scene spoglie e semplici, come usavano del resto, a' tempi di Shakespeare, aggiungendo ad esse questo elemento nuovo, questa specie di ritmo grafico, che avrà per gli spiriti un valore musicale. Il pubblico non sarà più distratto dai piccoli particolari della scena, e il poeta potrà esprimere la passione dei suoi personaggi in forme nude, elementari e ardenti». Davanti alla rapidità, con cui foggia nuovi mondi istrionici, ci vien fatto proprio di maravigliare. Che feconda fucina il suo cervello; perciò ecco le Faville del Maglio! Sul serio. Dopo la carica a fondo contro la carta pesta sorge il Teatro del colore. È colla Schiava, un lavoro inedito di un suo giovane discepolo, un Riccardi, che il D'Annunzio ne vorrebbe provato l'effetto. Sì: egli vorrebbe patrocinare il teatro di questo suo allievo, e tenta di fonderlo sul principio dei rapporti che esistono fra i colori e i varii stati di anima.
Di mano in mano che si modifica la psicologia dei personaggi, parlano anche sulla scena i giochi di luce e il colore. D'Annunzio è il padrino di tale innovazione che sarà assai discussa e alla quale egli si interessa vivamente. Ne sarà la madrina l'attrice signora Simona, che ha accettato la parte della principale interprete. Inutile aggiungere che noi siamo tuttora in aspettativa della prima rappresentazione di La Schiava. - Ma ciò che proprio mi ha deluso fu l'essermi mancato il Teatro di Festa; però che questo fu soppresso prima di aver foggiate le prime poutrelles: come l'altro famosissimo d'Albano non vide mai le sue fondamenta.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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