Questo era per l'antichità; quello per la più fragrante delle modernità, direttore, senz'altro, il D'Annunzio, che faceva il suo apprendissage col pittore Fortuny, specialista illuminatore di quinte e di scene, nella sala della Contessa di Béarn. Il teatro, di cui avrebbe potuto essere impresario e proprietario uno Schurmann, tra l'alsaziano ed il prussiano, doveva essere tutto di ferro. «Occorreranno sette giorni per montarlo completamente. Conterrà 4500 posti distribuiti come in un anfiteatro antico, adorno di cesti di fiori e con palchettini in velluto. La scena sarà semisferica; un pallone tagliato in due. L'apertura sarebbe fissata per il 20 giugno 1911, sulla Spianata degli Invalidi al Campo di Marte, dove è stata chiesta l'area provvisoria, con una grande féerie poetica di Gabriele D'Annunzio, con danze, cori, cortei e canti. Vi sarà un'orchestra di 120 professori. Oltre 700 persone si muoveranno sulla scena.
«Si conta di poter dare tre mesi di rappresentazione a Parigi; dopo di che si visiteranno, successivamente, tutte le grandi capitali. Se l'esperimento riuscirà, e il successo risponderà all'aspettativa, si formerà a Parigi e, in seguito, nelle altre città, una Società, per erigere dei teatri stabili fatti sul principio del Teatro della Festa; il quale, per il suo carattere provvisorio, servirà di propaganda. Sarà uno sconvolgimento completo delle attuali concezioni di tutte le sale di audizione. Lo Schurmann ha aggiunto di più che le trattative sono molto avanzate, in un grande teatro parigino, per rappresentare un altro lavoro d'annunziano nel mese di giugno dell'anno prossimo.
| |
Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
|
|
D'Annunzio Fortuny Contessa Béarn Schurmann Spianata Invalidi Campo Marte Gabriele D'Annunzio Parigi Parigi Società Teatro Festa Schurmann
|