Per la qual cosa egli tornò allo Zadig, a Micromegas, al Taurean Blanc e si impose sull'Epoca. - Oggi, leggo annunciata una Canzone dell'Olifante e ne conosco dei passi. Mi domando per quale ragione il Pascoli intenda d'annunzieggiare. - Misteri della réclame.
«Profondiamoci nella patria»! rispose il poeta a chi l'intervistava per conto del Corriere della Sera, - «e, più sommessamente, con un sorriso argutissimo: - … Ognuno per quel che può «s'intende», Miracolosa limitazione! - Poeti epici d'Italia ultima! tornate a tacere, non è tempo per voi. Foscolo, da cento anni, vi ha rinchiuso ne' suoi Sepolcri. Davanti a questo Carme Sacro, le carogne dei vostri feti immaturi non possono presentarsi se non col tremolio azzurreggiante dei fuochi fatui,
«Folletto, folletto, leggiadro, leggier,
che brilli soletto su l'arduo sentier».
«Sabba romantico! Codesto libretto di melodramma vale ancora tutta l'epica modernissima erotta dal pescarese, sbadigliata dall'ex-consigliere comunale di Barga.
«Quando non si ha nulla da dire di nuovo, si ha l'obbligo del silenzio: questo fascia e profuma l'indolenza del tempo che corre e la pigrizia delli uomini sdrajati. L'Italia, che siede in poltrona monarchica e socialista, non ha per anacronismo d'arte un'epica, perchè si è dimenticato anche di possedere la lirica. Tornate tutti a sedere e lasciatevi percuotere sulle spalle».
Poi, testè mentre l'ultimo francescano stava per morire, una mia conoscenza tornò sull'argomento a chiedermene; ed io, sempre irriverente, a rispondergli.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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