Come sempre, la Francia immortale sembra abbia una specie di debito ideale verso il mondo. Sembra dover nutrire, nel silenzio, le generazioni di uomini taciturni e forti, che essa trae dal suo fecondo terreno, simile alla vigna ed all'ulivo, magri ed attorcigliati come in uno sforzo di dolore, donde nascono il grappolo dell'ebbrezza e il frutto palladico che è nutrimento e vita. Perchè lo spirito di iniziativa e di perfezione è donato dal destino delle razze. E oggi, come sempre, ella ha pagato il suo debito, ha aperte sull'umanità le sue mani colme di doni e ha indicato al mondo le vie nuove e la nuova luce. Guardate per un istante indietro: risalite passo a passo il letto ove questo immenso fiume di desiderio della più grande delle libertà ha fluito fino alla vittoria, fino alla realtà presente».
Il che non gli toglie, guardando indietro, di badare anche ai piè leggieri, cavriolanti della rinnovatrice della moderna orchestride, ad Isadora Duncan: questa, che aveva preso in affitto alcuni locali del palazzo Biron, un'aristocratica dimora settecentesca, ostello di sovrani in visita e tournée parigina, circondata dal suo corpo di ballo, danzò in compagnia, davanti l'imaginifico ed a pochissimi privilegiati, con atteggiamenti impeccabili, a piè nudi, le academie più caratteristiche e seducenti della sua arte. - Ad intermezzo, con Paul Margueritte ed un Rosny, si diletta di scoprire, nel Golfo di Guascogna, La Coppa d'Argento, una costa quasi sconosciuta, come un dì la Sardegna, inquieto ventenne.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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