Ed ecco l'aneddoto. Due giovani signore che hanno entrambe un salotto di una certa reputazione vollero per rivalità dare un tè in suo onore, lo stesso giorno, alla stessa ora, perchè egli fosse costretto a scegliere. L'una e l'altra studiavano meraviglie, promettevano sorprese inaudite, e quale compagnia! Vi dovevano essere tutta l'accademia, tutto il gran mondo, tutti i direttori dei grandi giornali, tutti i ricchissimi finanzieri, tutti sdoppiati per la circostanza.
«Il poeta annuiva, ringraziava, con un cenno, nascondendo sotto le palpebre socchiuse, la malizia dello sguardo, stringendo le labbra su parole rare. E non andò nè all'uno nè all'altro tè, ma i passeggiatori del Bosco di Boulogne poterono incontrarlo in quel giorno al fianco di una radiosa bellezza a cui narrava certamente delle storie che avevano il pregio inestimabile di essere per lei sola, mentre altri personaggi importanti attendevano con una impazienza alquanto ridicola, la presenza, fosse pur muta del poeta alla moda». - Finchè la frase solita sprizzò, intorno alla tazza di tè, dalla poetessa: - «Avete mai amato. qualcuno? - chiede ella a D'Annunzio. - «Forse»!... L'Imaginifico allora per sfuggire le tentazioni mondane per quanto continui battendosi il petto, a protestarsi: «Homo sum»! imbuca a Ville d'Avray. Là confida a Pietro Croci, mentre infuria la bufera intorno alla Capponcina e gli appare satanica, a torto, tra le nuvole ed i lampi, la buona faccia di Mecenate deluso del Del Guzzo colono insistente «che l'Ombra del grande Balzac deve fremere d'invidia per lui, in purgatorio; già che egli, D'Annunzio, ha assunto fin dalla nascita le inclinazioni ed i gusti di un principe del Rinascimento giammai fuor d'amore e fuor di debiti.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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