Per ciò egli nè si adonta, nè si lamenta, se contro il suo nome tutte le cloache italiche le massime e le minime gorgogliano e ribollono; se egli è ripudiato, disconosciuto, vituperato d'ogni vituperio. Che gli importa»? Ed il poeta può esagerare anche nel raccontar i presunti abbominii contro di lui; già che è nel suo temperamento il comediare. - Indi, fiorisce la primavera; le piante si infiorano; Arcachon le Moulleau sur les sables lo attrae. Spiaggia d'eleganze mondane; cottages e chalets: egli abita uno chalet, nella corte del quale flâne un écuyer à culotte rouge: nelle stalle due cavalli alla box. Vi sono Maître d'hotel, segretario un giovane signore elegantissimo. Le Moulleau sfoggia arena gialla ed olivi, ciuffi di pini sull'alto della duna, tamerici resistenti; di fronte, l'Atlantico del largo respiro a profittare ai polmoni del poeta. Il poeta? Sì; ad Arcachon tutti lo conoscono: è le jeune poëte italien; la sua calvizie, che è una civetteria, non ha ingannato nessuno; è il sempre giovane, l'eterno giovane, asciutto, adolescentulo; voga sull'onde snello e fiero dentro il guscio leggiero, colle procellarie; egli è libero, attivo, lieto. L'Italia? L'Italia, oh, sì... macaroni. Se ne ricorderà più tardi, per battere tamburo e suonar trombette nazionaliste, per far l'agente provocatore allo sterminio di tutti che non sieno italiani e... francesi: oggi! Oggi; lasciamo al poeta la divina libertà anche di non riconoscersi più italiano. In questa guisa, egli può passar la state e tonificarsi, per poter cantare l'impresa libica: per allora, si avvicendava, colle costumanze della Capponcina, al lavoro.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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