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      Ce ne dice l'orario ed il programma il Matin:
      «Nel pomeriggio, legge e scrive ai suoi amici. Legge molto, tutto quanto si pubblica, dicono, poichè ha una memoria stupefacente e perchè è preso di mira da ogni pubblicazione. Percorre poi la campagna a cavallo, va a sognare sotto i pini e corre sulla sabbia della spiaggia, e poi ritorna per pranzare. Ha giornalmente dei convitati che vengono da Houssefort, ove sono in villeggiatura Paolo Margueritte, J. H. Rosny, o da Biarritz.
      «Alle 22 si mette al lavoro, e, senza interruzione, scrive fino all'alba. Appena il sole compare sull'orizzonte, lo scrittore depone la penna e va a vedere l'aurora; poi, soddisfatto d'aver compiuto il suo lavoro notturno, va a coricarsi».
      Al punto un redattore dell'Excelsior sarà più poetico e più commosso; ed a lui D'Annunzio meno reticente: intonerà l'inno:
      «Ora, a questa campagna, di cui canterò un giorno il fascino avvincente, chiedo il beneficio di un'aria purissima, la facilità delle lunghe passeggiate, e le chiedo anche di allontanare da un'anima rimasta pronta ai desideri, le tentazioni delle città, a cui non so resistere. Fra poco riprenderò l'Accetta, dramma terribile, che ho già abbozzato e la cui parte principale sarà affidata all'ingegno sottile della signora Simona; ma, prima di tutto, devo dare gli ultimi tocchi al Martirio di San Sebastiano. Ogni giorno prendo un bagno di misticismo. Ho letto tutta l'opera di San Francesco di Sales e leggo dei vecchi rituali. Il lavoro mi soggioga, mi toglie il sonno».


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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