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      L'ordine arcivescovile minacciava di mandare a male un'impresa commerciale, che sembrava anche d'arte, L'Action Française, di cui il massimo compare era il Barrès, quel tale a cui lo stesso D'Annunzio doveva poi dedicare il Martirio, con kake-walk irochese, strepitava di gioia contro il trio Rubinstein - D'Annunzio - Astruck dello Châtelet, cioè contro il trio della ballerina ebrea, del burattino italiano e dell'impresario giudeo. D'Annunzio e Debussy dovevano opporsi all'incidenza congregazionista. Per Bacco! La protesta della chiesa veniva troppo tardi; oltre che tardiva, era sleale: per la rappresentazione del mimo si erano già fatte tutte le spese necessarie, 350 mila franchi, sopportate da Ida Rubinstein; che, per aver il capriccio di danzare nuda e magra in faccia ai Parigini, poteva anche far da mecenatessa ed accaparrarsi a nolo, per tanto o per poco, anche l'anima, col resto, del burattino italiano. I provvedimenti del Cardinale Amette erano contro i soldi e la qualità di ebrea della Rubinstein, o contro la mancata ortodossia del San Sebastiano? Comunque li autori protestarono:
      «Monsignore Arcivescevo di Parigi, in seguito a cattive indicazioni, ha biasimato, nel suo recente decreto, un'opera ancora sconosciuta di due artisti, che, con lunghi anni di lavoro, hanno per lo meno dimostrato la loro aspirazione costante verso le forme più severe dell'arte. Senza staccarci dal rispetto, che la nota arcivescovile non ci accorda, noi esprimiamo il nostro rammarico per questo trattamento singolare che non abbiamo meritato.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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