(83) La sera del 22 Maggio 1911 ebbe luogo, in sul palcoscenico dello Châtlet a Parigi, la tanto attesa première del San Sebastiano. Vi avevano preso parte 70 attori, 80 coriste, 150 comparse, 100 suonatori. Il russo Bakst aveva sorpassato sè stesso nel disegnare 600 costumi dai colori sfarzosi ed armoniosi; la Rubinstein ne ebbe in particolar modo dei curiosissimi; più curioso di tutti fu quello che la presentò nella sua magra ed olivastra nudità giudea. Il gran Parigi vi accorse, nè trattenne l'affluenza la catastrofe aviatoria di Issy-les-Moulineaux: tanto le zucche dei gogos, anche francesi, sono piene di vuota ferocia e dedite al collettivo esibizionismo. Subito, la critica diede l'assalto alla iperbole; ma, poi chè desidera anche non passare per parvenue, si fece qua e là siringare dalla moderazione e dai dubii.
Il Galtier dell'Excelsior: «Io non credo che il San Sebastiano aggiunga molto alla gloria letteraria di Gabriele D'Annunzio. Il poeta si è abbandonato alla sua potenza lirica ed alla foga; si è lasciato trascinare dal suo soggetto. Ma lo sforzo e la tenacia latina appaiono più della misura e dell'armonia attica. - Ci sono delle bellissime imagini nel Martirio di San Sebastiano, che è veramente una composizione opulenta da maestro vetraio, lussuosa sino all'eccesso. - La Rubinstein è specialissima ed incanta al solo guardarla. Essa ha dato a San Sebastiano un marchio di efebo inquietante, accentuato dalla sua plastica, dalle sue gambe nervose e delicate, dal suo busto quasi virile».
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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