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      Nortière dell'Intransigeant: «Il maggior difetto del Mistero consiste nel fatto che esso non ha sempre interessato il pubblico, è parso lungo e qualche volta oscuro».
      Il Critico del Galois: «Dopo la rappresentazione, i più scettici sono costretti ad inchinarsi e a riconoscere quanto fosse ben motivata la interdizione dell'arcivescovo di Parigi. Noi vogliamo credere che il dramma non sia un attentato alla fede religiosa, poichè gli autori lo hanno dichiarato, ma l'abbiano essi voluto o no, vi è una specie di inevitabile sacrilegio che colpisce per forza la coscienza cristiana.
      «La signora Ida Rubinstein recita con una voce rauca e gestisce con poca arte. La messa in scena è delle più interessanti, gli scenari sono interessantissimi, e la parte musicale è superba».
      Il Critico del Figaro: «Che dire di questo spettacolo? Il giudizio sulla musica e sul poema non spetta a me. Io me ne rallegro del resto, perchè mi vengono i brividi al solo pensiero di poter essere incaricato di fare la critica di questo enorme sforzo musicale e letterario. Io mi accontenterei di riconoscere l'interesse eccezionale che presenta la messa in scena».
      Il Critico del Petit Parisien: «Lo stile di D'Annunzio è così abbondante, così colorito, così immaginoso quanto il suo spirito italiano. Egli maneggia la lingua d'«oil» come la lingua del «sì», Si noterà una prodigalità di erudizione non troppo comune: D'Annunzio ha letto ed appreso non solo i misteri del Medio Evo ma anche i libri che trattano delle origini del cristianesimo senza parlare delle opere sulla magia e sulle religioni orientali.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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