Ed una lettera parigina del tempo all'Italie romana, «rilevando come immensa fosse la folla davanti al teatro Châtelet, per la prova generale del San Sebastiano (una folla di ministri, d'artisti, diplomatici, scrittori, critici, giornalisti), spiega come il solo che mancasse sia stato... Gabriele D'Annunzio. Il grande scrittore estremamente affaticato, avendo vegliato parecchie notti di seguito. Nel recarsi al teatro s'era fermato lungo la via nella piccola sala d'un tea-room per prendere una tazza di the, che avrebbe dovuto rinvigorirgli i nervi depressi. Ma, dopo la mezzanotte, i suoi amici lo scoprirono dopo averlo inutilmente cercato per tutta la serata. D'Annunzio non fece allora che informarsi sorridendo del risultato ottenuto dalla propria opera e corse tosto a riprendere il sonno nella propria stanza d'albergo».
Anche la leggenda, anzi, solo la leggenda in questa vita di eccezionale istrionismo deve avere la sua parte. Altrove, pur Manzoni l'ammetteva: non incomincia un capitolo de' suoi Promessi Sposi: «Narra l'istoria che il principe di Condè» ecc....? Già: il grande capitano aveva dormito placidamente alla vigilia della battaglia di Lacroix, sopra un cassone di artiglieria, ed, il dì dopo, vittoria! Tal quale Gabriele D'Annunzio.
(84) Fortunosissima fu la vita di Giambattista Marini; imberbe, fu imprigionato per esser stato complice nel rapire una ragazza, che piaceva a un suo amico; più tardi, presenta alcune bolle di chiericato false al tribunale per ajutare un altro amico, donde, scoperto, la prigione.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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