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      - Da Parigi strombettò il marinismo, tono letterario e politico dell'epoca. Napoli, sua patria, - non si può concepire un Marini non Napolitano; ci sarebbe possibile comprendere un D'Annunzio non Pescarese? - lo accolse nel 1624 come in trionfo; tra li altri onori gli decretò pubblica statua: e però morì il 25 marzo 1625. - Una specie di assonanza morale consuonami dentro nel rammentare la vita e le opere del Cavalier Marino, mentre scorro per l'opera e la vita di Gabriele D'Annunzio.
      (85) Non si è impunemente vate; D'Annunzio predisse ne' suoi dettagli, fin dal lontano 1885, ventotto anni or sono, a proposito di una vendita di mobili ch'ebbe luogo al Palazzo Grillo di Roma; e Riccardo Lux, editore, nelle Pagine disperse, 1913, compilate da Alighiero Castelli, rimette in circolazione la previsione: «Le vendite pubbliche hanno un aspetto singolarissimo, sempre; ma questa poi è più curiosa e più triste d'ogni altra. Come le stanze sono ingombre, i concorrenti stanno tutti ammucchiati, li uni sulli altri, verso il perito incaricato di mettere all'incanto ciascun pezzo. Il pubblico non è eletto: cinque o sei fini conoscitori stanno dispersi fra una torma di mercanti.... I bronzi, li smalti, li avorii, le scatole damaschinate, i piccoli idoli di giada, le tazze di Satzuma, i vasi di metallo niellato, tutti i più diversi bibelots passano di mano in mano. E si potrebbe fare un sottile studio su l'espressione di quelle mani che quasi misurano col tatto il valore della cosa... Il perito, quando il prezzo è salito a una certa altezza, grida: - Si delibera!


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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