Indi il primo a stampar nella prima pagina del suo Pignus: «La menzogna, l'ingratitudine e l'ingiustizia umana mi han fatto scrivere questo libro:» - l'altro a gridare: «O, Mecenate! che spreco si fa del tuo nome». - Ma il volume va sfogliato; le incisioni che lo ornano sono specialissime; vi son riprodotte, in nitide stampe, tutte le cambiali, le lettere e le ricevute del poeta; vi leggiamo di questi passi: parla D'Annunzio: «Da questo momento in avanti, ora che le nostre anime sono vincolate dal sacro nodo dell'amicizia, deve scomparire qualsiasi etichetta e bugiarderia sociale, e dobbiamo abruzzesemente darci del tu. Questo è il primo pegno dell'affetto. - Ciò detto, si alzò, avviandosi verso alcuni bauli ch'erano dentro la stanza. Ne aprì uno, ne tolse un libro, e lo richiuse. Indi s'incamminò verso me, si riassise alla sua sedia, sollevò la copertina del volume che aveva in mano, e poi si mise a scrivere. Terminate queste operazioni, col libro aperto nella mano destra e la copertina sollevata dal pollice, me lo porse, dicendo: Giovanni, tieni questo libro, tu lo serberai a testimonianza di chi non dimenticherà mai il tuo beneficio. (Il del Guzzo si era offerto a pagare i debiti finanziari del Poeta). Presi il libro, con la curiosità vivissima di vedere quello che il Poeta vi aveva scritto:
«Al Messia invocato e sopraggiunto - a Giovanni del Guzzo, con osanna - Forse che sì forse che no - Gabriele D'Annunzio - Bologna, 10 marzo 1910»
- Gli si era infatti presentato la prima volta con molta sorpresa del colono in foggia bizzarra: «lo trovai ravvolto in un ampio mantello alla fratesca di color tabacchino, con le maniche alla giapponese, scollato fino al petto, e con una coda formidabile; io non so ridirlo.
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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo 1914
pagine 379 |
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