ai nostri piedi il mondo s'inchinava."
Diremo ancora: "Ho rapinato l'oroe le fiamme ed il sole al vecchio Iddio.
Umilemente alli umili il tesorovolli partecipato; ma quest'Io
fu di superbia intatto tra l'alloroe la palma composto oltre all'obblio.
Seppi al metallo con rude lavorofoggiar spada ed aratro e pur col mio
strologar sopra il cielo. - Enorma gloria! -
Il sacrificio innerba la coscienzacoll'opera e conferma la vittoria.
Tumultuano li Eroi fieri e pazienti,
si rifiutano ai Re: armati e ardentitrabalzano li Dei esautorati."
Ma Galatea nel mare assideratoche ne ricinge ebbe al suo bel peccato
tomba per essi già pietra, poi, vita.
La fiamma dalla cima scaturitasi spense sulle ceneri, lo stralo
millenario gravi sull'infinitasciagura della terra e senza aita
clami l'Uomo percosso e disperato.
Senza amore risposero le rudiTeogonie astiose. - Ancor dischiudi,
Prometeo, un gesto di virilità,
incatenato al Caucaso ferrigno,
a Zeus rinfaccia l'immortalità
ritto, calmo, solenne, in sul macigno.
Modernamente prono sui guancialigiovane inerte complica un suo drama
quotidiano e imagina ospedalidi sogno e d'oppio per l'anima grama.
Se si sveglia delira; i penetralidettaglia del suo cuore, indi declama
febre e pazzia, ostende i genitaliflacidi d'impotenza e senza brama,
li soppesa in un ridere convulso.
Prometeo aspetta: livida di nojas'avvelena la razza a poco, a poco.
Noi veniamo con te: dai pali avulsoscardina il mondo: ribellion di gioja
rida di fiamma, domini col fuoco.
SadePer Rachilde
Non puoi dimenticare il tuo passato,
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Iddio Eroi Galatea Uomo Caucaso Rachilde
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