questi saccheggiatori della messe materna la dovizia!
Latrar sui corni squillanti al massacro,
sacro sonito e bellico al tepore del meriggio cortese,
cantar la bocca aspersa dal liquore recentee giuochi di mano e dita brune, preste e lascive
dentro al corsetto delle villanelle!
E i Fauni alla squisita esistenza de' boschi sulle Ninfe
gettano le bramose occhiate lucide, e la Ninfa acconsente.
Evohé! dal tino fermenta l'amore!
Schiacci la machina; vortichi al sole,
fascia d'oro corrusca, l'impeto feminile.
Puntan le braccia sopra le barre,
gonfiansi i muscoli,
le terghe incurvansi;
voli la ridda da torno al palo,
voli nel sole, voli fatica, voli entusiasmo;
rida la vite nel ceppo grave, e gemano le grappe;
il vino nasce, il vino bulica;
evohé dal tino fermenta la gloria!
E, al vento della corsa, ecco le gonne, imporporate cappe,
scomporsi e svolgersi,
scoprire e dimostrarele gambe sode e l'anche volontarie;
ed il busto, guaina sulle spalle, rigonfiarsi alli sforzi.
Rivolo scorre limpido dal canaletto nella tinozza.
Evohé! dal tino augurio ai baci anonimi.
O riso feminile! Queste nuche protese e sudantispirano un'altra grazia; hanno dedizioni
pei baci sotto ai vellicanti e buoniprofumi di quest'aria ubriacata.
Così concedersi e così amare?
La possessione immensa; tutta la terra venga nel respirodentro le vene; e venga il bacio iniziale e fervido
sulla bocca anelante,
Amore!
Ridda alla ridda e nel torneo del palola gagliardia feminile; al mosto,
captivansi quest'ilari fanciulle, captivansi i garzoni.
Ora, una vecchia bruna, quasi a covar gelosa sulle botti,
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Fauni Ninfe Ninfa
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