mi pose in man lo scettro d'un pensier che non ha pari.
Il contadino
Il grembo della mia Donna ci apporta tale donoumanato, cui lo sguardo dei potenti non potrà sostenere.
L'operaio ed il contadino
Questa forza si svolge per noi all'infinito;
poi che la notte pronuba appresta all'uno un corpoumano ed all'altro una machina, e in quel punto di sopra
alla materia si compiva, nell'uragano, un duplice volere.
Noi abbiamo voluto, noi abbiamo regnato procreando,
e fu il piacer sovrano, poi che si volse il frutto ai posteri aspettanti.
I contadini e li operai
E noi saremo i Padri di chi dovrà regnare; già la semente gonfia il seno della Madre.
L'operaio
O Città, e alla fine riassunta nella tua gloria, per cui non stannoinvidiose chiostre, o liberata! Canteran sotto i raggi del Titano,
come l'uccelli al riaccendersi in ciel dell'alba pura, li uominiemancipati nel lavoro; squilleran l'inni del giorno della festa
per le donne e le bimbe ch'han penato, e fuggiran lontano i vecchiretori ch'obbligar il silenzio sopra le rosse labra. Anima mia,
tu canterai nella feconda fatica; anima mia, ch'hai ritrovatocompimento di sopra alla terra dei padri al tuo sogno incantato!
La voce
O lasciate che scenda il mio grido per la pianura, a richiamarcolei che solitaria pena!
I contadini
Odi dal cielo clamare a vittoria!
Li operai
Odi la rispondenzaal nostro cuore!
Il contadino
Odi la vecchia annunciazione sorta per incanto, qui, fuorisulle strade, che passano tra i campi e che conducono alla Città!
L'operaio
Io vengodalla Città.
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