Baciatevi, Ginandre, piangendovi in faccia,
tentandovi i seni, le gote, le labra,
stringendovi, mute, l'una l'altra le braccia,
irresolute, febrili:
sciogliete, sui prati soffusi di umori,
sui fiori in vigilia di luce,
nell'ultimo sguardo morente,
pur l'ultimo velo;
estrema non vi copre di reti d'argento,
di labili intrichi di perla pallenti,
pur nude e vestite,
Ginandre bruciate d'inutile amore, la Luna?
La Luna è morta:
piove lagrime e sangue dal cielo profondo,
ne allaga il mondo.
E che? Avvampa ed abrucia,
nel cuor dell'orizzonte,
un sesso incandescente;
lo vedete flagrare imperialeritta divinità sopra l'altare?
Riempie l'oriente, scoscende dai monti sul pianofeconda, Sole, di germini nuovi
l'utero sitibondo delle Spose e del Mare.
Miraggi di luna
Eccola, a punto, balenatra la frappa e il torrente indecisa,
brulica sopra il greto dentro la bigia arena;
è bagnata di luce lunare,
corrusca come il petto di una imagineesposta in sull'altare:
vedi la Caravana,
sul margine del bosco,
come pitocchi imperiali al bivaccod'un umorista Roman comique,
personaggi di conto dalle tele istrioniche,
personaggi d'amore e di passionedentro ai sogni ebefrenici?
Qui sta; e manda da torno la sua gentea riconoscere il passo nel torrente;
e, tra i cespugli bassi, le lancie verdi, i cuoriaperti ed accoglienti delle languide foglie d'acquitrino,
tra i bianchi e rossi fiori del margine,
brillano come li occhi del pavone,
verdi d'argento, verdi d'oro e porpora,
d'oltre le piante, i riflessi dell'acque intenebrate:
poi, l'ironia ripone; a mò di prospettiva,
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