e riposa alla finesotto all' oscuro
mio sguardo di notte,
sicuro."
Ed il secondo tacque.
Colle baute passano mutealtre rigide forme,
e un consiglieredal borzacchiere rosso
s'avvoltola la barba nella pelliccia folta.
Le ciocie montaninecalpestano la neve e si maceran dentro.
Venite tutti qua!
Il piffero sogghignae la fistola ghigna.
Codesta pifferataha una pazza intenzione.
Se va Filosofia per la viadovrà stare al suo tono.
Vengono ancor camelli,
son ripieni i cestellid'altre preziosità:
l'ultimo che verrà
sarà assai più munifico.
Questi Re spensieratihanno ducati a staja,
ne spendono dovunque: alla fungajae sopra ai mosaici.
Dei lumi alle finestre.
Venite tutti qua.
Lasciate le minestre insipide,
ecco dei maccheroni.
Se va Filosofia per la viadeve far luccicar cospiquii doni
all'occhi che li sognano,
e dar nelle parolecenere coi carboni.
Il piffero sogghignae la fistola ghigna,
le argute cennamelledan la baja alle stelle.
E disse il terzoSono vecchio e canuto,
tutto ho veduto,
perciò la mia cesariepiù giova delle parie
membra d'Elèna
e della forte e pienagamba di Paride.
Sotto il cranio ricciutoritrovi vento e vuoto.
Fui sopra l'annisopra li affanni
e coi tiranni.
Son Sacerdote e Re: è semplice il perché
dei tristi inganni.
La Plebe al zuccherinofa le moine come il bambino,
zuccherino oratorio.
Sopra il martiriod'ogni civiltà
stesi uno scettro imarcescibile.
Venne lo scibile in compunzionea recitarmi la sua devozione.
Io sorrisi e ricolsi nelle cesteparole che scintillano e fumi che sfavillano
all'aria come stille: fuochi di gioia
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