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      e le mitre orgogliosesorrisero alle rose.
      Dei leopardi a' piedi ingiojellati,
      furbi e domesticativenivano a lambire
      squittendo come volesser moriredi voluttà,
      e delle donne dopo aver danzatohan sospirato nell'ultimo momento
      il nostro nome.
      Sospiri ed aliti ho pur ripostisotto nascosti a piume rare
      in queste bare che portano i somieri:
      ai bimbi altieriche tornano al passato per comporre
      un giocondo a venirefarem piovere sopra all'origlieri
      questi pensieri gravi di lagrime.
      Oh le magie!
      I capricci disfoggiano la vestePiù inusitata:
      gustai le atroci festedi sangue e di baci:
      l'unghie polites'intriser nel vermiglio
      delle ferite,
      per veder di cosa sanguinavano.
      Famiglie, ora è questo il tuguriodel portento umanato?
      È cattivo l' auguriodi nascer tra lo strame.
      Schiavi, per il festino una volta convienecolle verbene mescere il vino:
      chi ne assaggia di radoperde tosto la mente:
      astutamente incitiam la catastrofe.
      Molti garzoni sognano vittorietra le glorie dei nimbi cimmerii:
      ai focolarideporremo una croce ed una ruota.
      Molte fanciulle sognan balli e sciali:
      in sulli alari
      deporremo li specchii e le collane.
      Schiavi: l'harem or mai mi va in fastidio.
      Evireremo i forti in eunuchi;
      penseran sui caduchilauri di quanto fu.
      Comprerem le zitelle, le più bellefra quante si guardar dentro allo specchio
      il collo ornato di queste collaneregalate di notte ad intenzione.
      Passiamo altrove: son ricco troppo,
      ho paura di troppo donare."
      Anche l'ultimo tacque.
     
      Saran tutti passati, saran tutti sfumati, in fondo della via,
      per la città silente e nevicata,


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207