bel paese dei muli,
delle castagne,
della polenta!
Venezia, Venezia!
Le donne son parche di profumi.
I pensieri son fumi delle caminieretroppo ardite e severe
dell'intelletto: meglio è il diletto."
Alvise Vendramin è gentiluomo,
Zanze affattura baci mentre componemazzolini e corone.
Zecchini?
Leonini?
La scarsella soppesa se si avviial convegno d'amore.
Comprerai fiori,
Ai dadi, ai dadi!
Zara e Zecchinetta?
Una vendettasi rifà con un colpo di pugnale
sul funeraledel morto giovane.
Giuoca!"
Il Doge è molto vecchio ed è Faliero:
qualche nocchieros'incarica per lui della donzella moglie,
e gli apparecchiala genitura
senza paurae senza doglie.
Barnaba, pescatore,
sciupa l'ore.
A questa pesca la gente è troppo lestaper farsi accalappiare:
la bocca del Leone è molto astuta;
ma il tempo si tramutae ognuno fa le sue cose sotto vento.
Balla, canta, canta, balla,
non traballa il colonnatoné il mosaico pezzato.
Il vino, in capo,
la pancia vuota,
si ripercuotasul tamburello.
Alto il bustoaudace il capo,
uno sfacciatosorriso sulle labra.
Bacia: che il baciomeglio del cacio
dà piacere al palato.
Polenta e maccheroni;
e il resto ai goccioloni."
Il bel Signore si liscia i baffi:
passano i Zaffi
e inchinano.
Beati inchinialessandrini
certo indovini
delli zecchiniche squillan nelle tasche:
onor' dogali e imperiali.
Un pizzicotto ad una giravolta:
la rosa che ti ho toltanon te la rendo subito.
Di rosso giubiloS'empion le teste;
l'azzurra vestesi gonfia in orbita!
Hai dunque l'ali?
Ah, ah! Oh, oh!
come si può!
Alza le gonnemostra i polpacci;
questi divini istanti non torneranno più!
| |
Venezia Vendramin Zecchinetta Doge Faliero Leone Zaffi
|