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      Ma il fiore imperiale, che inchinasi e attinge alle linfe,
      ecco: Narcisa ignuda e curiosa,
      sporta sul margine,
      sdrajata.
     
      - "Vedi nei cerchi d'oro, contempli l'imagine tuariflessa e voluttuosa nell'ambigua
      coscienza equoreaimmersa?
     
      Vedi, Narcisa, i petali porpurei e ridenti del labro,
      e vedi le viole inteneritedelle pupille
      assorte?"
     
      Fragile e bianca forma accarezzi, coll'occhio, l'incantodel volto rivelatosi ad un tratto;
      un nuovo fascinoti prende,
     
      vinta dalla lusinga dell'amare te stessa in un fluidovenire e comparire come fa il fonte.
      Sogni lontani;
      vicina
     
      aspettazione al bacio. E i dorati capelli t'intessonolunghi, dal fronte, all'acque, un lieve velo
      profluso e serico:
      e l'iridi
     
      guardan di sotto al velo il sogno umanato compresonell'imagine tua; poi che il tuo bacio
      dal rispecchiatosorriso
     
      ti sale in bocca. Bevi! Valgati il bacio liquido,
      per l'arsura amorosa di te stessa,
      balsamo dolce;
      e valgati
     
      il prezioso assorbirti ad estinguere la febre anormale.
      Odi, di tra le frappe, i Satirelli
      frusciare e ridere:
      attendi:
     
      odi la nota voce del Pastore a cantar il tuo nome:
      - "Narcisa come un fior se stessa porgeall'acque limpide,
      inganno
     
      nella passione morbida: Narcisa protesa sul margine!" -
      Ma tra il canneto rado, in molli curve,
      passano l'aliironiche
     
      dei pescatori uccelli e le canne continuan li steliestremi a lineare, dentro all'acque,
      l'intrico verdeal volto.
     
      Oh ...il volto di Narcisa che beve bellezza a piacere!
      Sacra fontana, il fior più vivo pendesulla tua riva
      e sta.
      Di "Un Pomo"
     
      Per mutua nixiEpigraphe Partenicae mediolanensis


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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