A me, a te, per tutti!
Nell'incanto del nobile splendor de' nostri corpiGinnasiarche e Palestrite,
dalle sponde d'Alfeo a paragonequindi all'altre di Dite
incruente, benigne e sapientiinvochiam l'Aphrodite colla nostra canzone.
Nude, monde, agili al giuoco,
porpuree come il fuoco,
bianche come la neve,
mobili come l'acquae ferme come il pario;
nude, monde, ardite e destreimpalmiam le sinistre colle destre
e danziam la Collana.
Di "Un altro Pomo"
Ti prego; afferra a voloil Pomo che ti getto;
nascondilo, in seno, gelosa.
Ti porta me stesso nel grembo;
aprilo; troverai tutta l'anima mia,
in due sole parole;
leggimi, riconoscimi.
Tu mi ricusi? Sta bene.
Il Pomo si è ammaccatocadendoti ai piedi:
s'illividisce già;
presto supporerà, fradicio, nero.
Rifletti; stai per essere simile a questo frutto:
ti basta una cadutanel fango della via denso e tenace:
ne covi già il veleno,
e te ne invoglia la nostalgia;
poi, lubrico, dentro, ti roderà il vermeespresso in virulenta malvagità.
Per "Una Fioraja"
O tu, Fioraja, che vendi rose,
sei fresca e chiusa e porporinacome il bocciolo ch'offri e s'altalena
muschiato e sapido, dalle tue dita?
Sporgi, del resto, te stessa, o il fiore?
su, dimmelo, in un prestovampar di rossore - vero, o mentito, forse? -
baci, o profumi, Fioraja,
petali invermigliati, quarto d'ora d'amore?
Per "Un Vecchiardo amator di fanciulli"
Gemmati pure il medio con perle di sette colori,
meglio risplenderà aderto al segno:
sotto, nel pugno chiuso, stian l'altre dita flesse,
fingendo l'attributo priapesco.
Beffi, così facendo, decenza ateniese e molesta;
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