Seso, così, rattieni la tua vana eloquenza all'invito:
scivolan le parole sul lubrico verso d'amore,
la tua voce si affioca e s'arrochisce.
E cessa colla mano, fallofora esimia all'ufficio,
blandizie inefficaci: pigro, a capriccio, ricusoanima al nervo combattente e nobile.
Amor mi si rifiuta; spuntasi il dardo e cedesu vecchie cuoja, o, basso, si inguaina al turcasso pacifico;
ché l'arme non dà aiuto alla vecchiaja.
Mal si acconcia a sorreggerti i passi, leggiadra un giorno, Seso;
sempre è pei giovani antagonista: per trecche sfatte si sface al punto;
il tempo alacre corre, t'incalza con il secolo.
Per "Una Damina scrittrice sentimentale "
Tam casta est, rogo Thais?
immo fellat."
MARTIALIS, Lib. IV, Ep. 85
Nessun, per certo, né ricco, né povero,
in tutta la Città si può vantared'aver gustato alli acini maturi
della attorcente Ampelide.
Tutti i golosi stan di sotto al ceppo,
l'abbracciano al pedagno e si graffian le mani.
Ma la grappa, che impende, non dechina.
Così casta è costei?
chiedo stupito.
Ricusa il sesso, ma ti appresta la bocca
.
Libro sesto
PAROLE POVEREAd una giovane Amica, che va lontano
Innerba la speranza al tuo ritorno,
rivolgi la prora. alla Patria e s'incastrifermo e per sempre lo sprone alla spiaggia,
perché traluca a noi più chiaro il giornoannubilato dalla tua partenza.
Ecco il romito e verde porto per l'angoscia,
per l'anima che sofre e pel corpo ferito:
bianca la casa ti appaja tra i cipressi ed i pinibianca come una culla, come una tomba, serena.
Alla tua grazia bionda, che già seppe la vita
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