Due parole
Tenera rosa piccina,
rosa, non mettere spina,
ora all'albore del vivere,
domani in opulenta maestà:
l'amore anche s'affinasenza l'angoscia e il dolore:
bellezza non periclitasenza la vanità.
Volgiti al sole: guìdati sulla sua luce.
Un raggio discende intessutod'ogni speranza, conduce
a ritrovarti in pace con te stessa e li uomini,
candida giovanezza,
sicura promessa giurataa più matura età.
Verso, o parola povera!
Questo non è madrigale,
Lenina, è accento onesto,
è breve, è rude; e valecome un consiglio d'amico;
rosa piccina che sbocci,
tu lo sorprendi nascentesu labra che sanno ormai troppo,
come una profezia:
Conservati intatta; dice,
racchiusa profuma al tuo richiamo,
esponitilimpido specchio per li occhi,
limpido e senza mugghima fiamma d'oro pel cuore:
sfuggi la tristizia e la bigia menzogna che cadedentro l'anima nostra come un tarlo:
vivida e fresca in graziabussa alle porte della pubertà."
Verso, o parola povera:
fiato vano e capriccio,
talora dissonanza sull'armonia diffusadel mondo misterioso e rivelato!
Quanto meglio ignorare e non comprenderema credere appaga la vita sempre d'imagini buone:
oltrepassare colla pupilla intesa e arditapiù in là dell'orizzonte;
sorridere ed amarequesta impaziente e ambigua nostra mortale fraternità.
Ad una Amica
Perdonate, Signora,
nella brev'ora di questa sera morbida e brumosaperdonate codesta mia parola imperfetta e povera.
È un dolce sentimento di riconoscimento,
fresco, compreso e calmo,
sì calmo come una conca di lagose brezza non soffia e riscintilla al sole.
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Amica
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